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McDonalds, prosegue la trattativa per il primo Contratto Integrativo Aziendale

Roma, 05 agosto 2025 - Preso atto della volontà di McDonald's Italia Srl di procedere nella trattativa per la definizione del primo contratto integrativo per le lavoratrici e i lavoratori della nota catena di fast food, Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs hanno deciso di sospendere lo stato di agitazione in corso, solo nei confronti della Company Mc Donald ’s Italia Srl. Proseguono quindi gli incontri, avviati il 30 luglio scorso con la presentazione della piattaforma sindacale. Il secondo confronto si è tenuto il 4 agosto con la discussione in merito alle relazioni e ai diritti sindacali, sui quali la società, pur confermando alcune richieste avanzate dalle tre sigle, si è dichiarata disponibile con proposte di mediazione che saranno oggetto di successive valutazioni già dai prossimi incontri. È stato poi stilato il programma dell'incontro successivo, che si terrà il 23 settembre, e sono stati elencati i temi che verranno affrontati: lavoro in appalto, pari opportunità, molestie e violenze nei luoghi di lavoro, tutela della salute e sicurezza nei luoghi di lavoro, congedi e aspettative. Il primo contratto integrativo aziendale per McDonalds Italia Srl è un obiettivo importante, al quale Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs continueranno a destinare energie e impegno, confidando nella prosecuzione della collaborazione aperta dalla controparte.

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Gucci Italia, proclamato lo stato di agitazione dei circa 1.000 dipendenti impiegati nel retail della casa di moda

Roma, 5 agosto 2025 – I sindacati di categoria Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs hanno proclamato lo stato di agitazione dei circa 1.000 dipendenti, addetti alla vendita e al supporto logistico, di Gucci Italia, dopo il rifiuto dell’azienda ad erogare l’importo welfare previsto dal contratto integrativo applicato in ultravigenza.

In una nota le organizzazioni sindacali ricordano come la direzione aziendale, in varie occasioni, avesse fornito precise garanzie sull’erogazione, anche per il 2025, del pacchetto welfare introdotto con l’integrativo sottoscritto nel luglio 2022 e scaduto il 31 dicembre 2024. Un’erogazione che adesso, invece, Gucci intende vincolare a una complessiva revisione dell’impianto incentivante già previsto per il triennio 2022-24.

“L’azienda, con un comportamento del tutto strumentale, non ha fatto altro che far trascorrere tempo prezioso, prendendosi gioco delle lavoratrici e dei lavoratori che ogni giorno si impegnano nei punti vendita e che attendevano – e continuano ad attendere – l’importo welfare” si legge nella nota sindacale unitaria.

“Non vogliamo cadere e non cadremo nella logica di uno scambio al ribasso che tolga tutele da una parte per spostarle da un’altra. Riteniamo molto grave l’atteggiamento dell’azienda e per tale ragione siamo a proclamare uno stato di agitazione a livello nazionale con possibili azioni sindacali che saranno eventualmente comunicate a livello territoriale” concludono i sindacati.

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Attività internazionale, la Fisascat Cisl sviluppa un documento programmatico che fissa gli obiettivi sulla propria partecipazione ai vari livelli di governance transnazionale

Roma, 4 agosto 2025 – Continuare ad essere protagonisti ai vari livelli dell’azione sindacale in ambito internazionale: è l’obiettivo della Fisascat Cisl, che a tal fine ha sviluppato un documento programmatico all’interno del quale vengono individuate le azioni da intraprendere per esercitare un ruolo proattivo, solidale ed inclusivo nell’attività sindacale transazionale, porre la dignità della persona al centro dei cambiamenti sociali ed economici in atto, consolidare il pilastro sociale dell’UE e contribuire alla creazione di un reale federalismo europeo, affrontare le nuove sfide del mondo del lavoro. In un’epoca storica piena di incertezze, dominata dall’instabilità dello scenario sociopolitico internazionale, la Fisascat si impegna a costruire un futuro di pace e fratellanza, libertà e democrazia, in coerenza con i valori fondanti della Cisl.

La federazione cislina, riaffermando il proprio contributo all’attività internazionale anche attraverso l’affiliazione alle federazioni sindacali internazionali come UNI, EFFAT, IUF, IndustriAll e ITF, individua nel documento programmatico tre livelli di governance sovranazionale rispetto ai quali vengono indicati obiettivi e azioni precise: governance aziendale partecipata, governance europea partecipata e governance mondiale partecipata.

Sul versante della governance aziendale viene ribadito l’obiettivo di incidere nelle decisioni delle multinazionali attraverso lo sviluppo di accordi incentrati sul benessere e la dignità di lavoratrici e lavoratori, anche tramite la sottoscrizione di Accordi Quadro Globali, i cosiddetti Global Framework Agreement. Fondamentale, poi, l’istituzione di nuovi Comitati Aziendali Europei (CAE), unici organi di rappresentanza dei lavoratori riconosciuti a livello sovranazionale.Sul piano della governance europea il documento fa riferimento, tra gli obiettivi, al rafforzamento del dialogo sociale settoriale europeo, allo sviluppo di una vera e propria contrattazione collettiva settoriale europea su tematiche comuni per tutti i paesi membri e allo sviluppo di una concertazione a livello europeo per poter rappresentare la voce dei lavoratori e condizionare la legislazione comunitaria a valenza settoriale. Tra le azioni da intraprendere, centrali quelle di lobby e advocacy da parte delle organizzazioni sindacali nei confronti delle istituzioni europee, come nel caso della proposta avanzata dalla Fisascat, durante l’esecutivo svoltosi a Bruxelles lo scorso mese di febbraio, nell’ambito del dialogo sociale settoriale europeo di UNI Cleaning relativamente alla contrattazione d’anticipo per i settori interessati dagli appalti.

Infine, il documento si concentra sulla governance mondiale partecipata, con l’obiettivo di riportare al centro la persona, la solidarietà e la pace tra i popoli, supportando inoltre i sindacati liberi e democratici nei paesi extracomunitari, specie quelli in cui i lavoratori sono più poveri e costretti in condizioni socioeconomiche molto fragili. La Fisascat promuove a tal fine cooperazioni sindacali capaci di condizionare in termini sociali i processi di integrazione macroregionali e continentali economici mondiali, attività bilaterali con sindacati di altri paesi per instaurare nuove relazioni internazionali e condividere buone prassi, la negoziazione di accordi quadro globali sia aziendali che internazionali come l’importante Bangladesh Accord, sottoscritto nel 2013 dopo la tragedia del Rana Plaza con lo scopo di creare un ambiente di lavoro più sicuro per i lavoratori del settore tessile in Bangladesh.

“Il documento programmatico, in coerenza con gli impegni assunti dalla Fisascat al suo XXI Congresso Nazionale, esprime la chiara volontà della federazione di promuovere una governance partecipata e inclusiva, centrata sulla salvaguardia della dignità umana. Si tratta di un’azione più che mai necessaria in un contesto globale estremamente complesso, dove la propensione dell’economia sembra orientata alla sola logica del profitto sfrenato a discapito dei diritti dei lavoratori” afferma il segretario generale Davide Guarini. Per il sindacalista “serve mettere in campo azioni coordinate a livello transnazionale e condividere un fronte comune sindacale capace di difendere quei diritti fondamentali ovunque nel mondo, promuovendo un modello focalizzato sulla giustizia sociale e sulla solidarietà. Il dialogo sociale deve essere sempre più uno strumento reale di vera democrazia economica e partecipazione”.

“Il documento programmatico sull'attività sindacale internazionale rappresenta un passo molto importante per rafforzare la nostra partecipazione ai vari livelli di governance globale. La Fisascat, da sempre attenta alle dinamiche internazionali e alla tutela dei diritti dei lavoratori, crede che il sindacato debba oggi svolgere un ruolo centrale per rilanciare la pace e la fratellanza tra i popoli e si impegna in modo convinto a potenziare la solidarietà tra lavoratori e cittadini, a promuovere politiche di inclusione sociale e a sostenere le istanze di chi è più vulnerabile” dichiara Gianfranco Brusaporci, responsabile delle attività internazionali della federazione cislina.

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Bookingcom

Booking.com, il 4 agosto è sciopero contro i licenziamenti annunciati dall’agenzia di viaggio online statunitense

Roma, 31 luglio 2025 - Le lavoratrici e i lavoratori di Booking.com sciopereranno lunedì 4 agosto per protestare contro il piano di licenziamenti avviato dall’azienda.
Booking.com ha comunicato la volontà di licenziare 9 dipendenti nella sede italiana, su circa 150 totali, nell’ambito di una riorganizzazione globale che prevede migliaia di esuberi. Dietro a parole come “ottimizzazione” e “innovazione”, si nasconde una strategia di tagli che colpisce direttamente le persone, molte delle quali con oltre dieci anni di servizio.
L’azienda ha rifiutato ogni proposta alternativa avanzata dalle organizzazioni sindacali (Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs), limitandosi a un’offerta economica insufficiente e pretendendo persino di scegliere chi licenziare.
Una posizione rigida e inaccettabile. Responsabilmente le organizzazioni sindacali hanno provato più volte a riportare l’azienda al tavolo, ma questa si è limitata a comunicare al Ministero del Lavoro la chiusura senza accordo della fase sindacale, riducendo così a pochi giorni i tentativi di salvataggio e di gestione dei possibili esuberi.
In pieno agosto, nel picco delle attività di un’azienda che naviga economicamente a gonfie vele!
È inaccettabile che vengano usati questionari anonimi per giustificare licenziamenti, citando tra le motivazioni un presunto “scarso senso di appartenenza”, una dimostrazione questa di quali siano i veri valori aziendali di queste piattaforme digitali.
Rifiutiamo un modello aziendale che privatizza i profitti e scarica sui lavoratori il costo delle proprie decisioni.
Per questo motivo, le lavoratrici e i lavoratori riunitisi in assemblea, hanno dato mandato alle Organizzazioni Sindacali di proclamare uno sciopero per l’intera giornata lavorativa di lunedì 4 agosto.
Una data storica per le lavoratrici e i lavoratori del gruppo, è il primo sciopero nel nostro paese e con buona probabilità a livello globale, in un’azienda che sta mutando pelle nelle relazioni con i suoi dipendenti!
Chiediamo il ritiro dei licenziamenti e la riapertura di un confronto vero sulle possibili alternative.
Il lavoro si rispetta, non si taglia!
Le persone non sono numeri

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Tkei25

TKEI, scatta lo sciopero per rivendicare un equo contratto integrativo aziendale

Roma, 31 luglio 2025 – È confermato lo sciopero di otto ore, domani 1° agosto, dei circa 500 dipendenti del gruppo TKEI, che commercializza ascensori e garantisce i servizi minimi di assistenza ai clienti.
Lo stato di agitazione era scattato lo scorso maggio quando si sono interrotte le trattative per il primo contratto integrativo aziendale, arenatesi sulle richieste dei sindacati di adeguare il trattamento dei dipendenti alle condizioni in essere in altre aziende competitor nel settore ascensoristico.
Lo stato di agitazione era stato sospeso in virtù di una disponibilità data dall'azienda a riprendere la trattativa lo scorso 14 luglio, impegno però disatteso dalla stessa – e comunicato alle rappresentanze sindacali – “per impegni precedentemente concordati”.
Di qui la dichiarazione dello sciopero, che impegnerà lavoratrici e lavoratori nella giornata di domani 1° agosto, per otto ore a copertura degli interi turni di lavoro.
I punti chiave su cui la trattativa con l’azienda si è interrotta riguardano:
•⁠ ⁠l’introduzione di un welfare di almeno 200 euro l’anno, analogo a quanto in essere nelle principali aziende competitor del settore;
•⁠ ⁠l’introduzione di un premio di risultato (PdR) distinto dal welfare, come misura di partecipazione dei dipendenti alla redistribuzione degli utili e agli incrementi di produttività;
•⁠ ⁠una prima definizione di linee guida sulla reperibilità, oggi applicata in modo unilaterale dall’azienda, contenenti le basilari misure di sicurezza – riposo giornaliero, numero massimo annuale di giornate/settimane di reperibilità - e la misura delle indennità, con disponibilità a discutere e definire successivamente gli ulteriori dettagli anche eventualmente attraverso la costituzione di un tavolo tecnico che possa valutare soluzioni congrue alla situazione organizzativa aziendale.
Dall'azienda c'è stato un atteggiamento irrispettoso senza dimostrare nessuna volontà concreta di avanzamento. In particolare, sul piano salariale l'azienda continua ad osteggiare la definizione per via contrattuale di un meccanismo di redistribuzione degli utili verso i lavoratori, limitandosi a proporre alcune misure di welfare ritenute insufficienti.
“Su queste basi – scrivono in una nota i rappresentanti sindacali di Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs – riteniamo impossibile trovare un punto di incontro, registrando una eccessiva distanza nei contenuti e l’indisponibilità dell’azienda ad acquisire quegli elementi di valore da noi indicati come imprescindibili per la definizione di un accordo”.

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CCNL Anaste, l’associazione datoriale rinnova con i sindacati autonomi: ennesimo tradimento ai danni delle lavoratrici e dei lavoratori

Roma, 31 luglio 2025 – “Apprendiamo del rinnovo contrattuale sottoscritto tra l’associazione datoriale Anaste e alcune sigle sindacali autonome. Si tratta di un rinnovo, se così vogliamo definirlo, che ancora una volta rappresenta un vero e proprio tradimento nei confronti delle lavoratrici e dei lavoratori del settore”. A dichiararlo congiuntamente sono le organizzazioni sindacali di categoria Fp Cgil, Cisl Fp, Fisascat Cisl, Uil Fpl e Uiltucs, commentando la firma del contratto nazionale da parte dell’Associazione Nazionale Strutture Territoriali e per la Terza Età con alcuni sindacati autonomi.

“Il trattamento economico previsto – precisano i sindacati confederali – risulta nettamente inferiore rispetto a quanto già stabilito in altri recenti rinnovi contrattuali firmati dalle organizzazioni sindacali confederali nel triennio 2023-2025 (ANFFAS, AGIDAE, Valdesi, Cooperative Sociali, UNEBA)”. E aggiungono: “Questo rinnovo non solo non garantisce alcun miglioramento salariale adeguato al costo della vita, ma si configura come un arretramento inaccettabile”.

Particolarmente grave risulta la previsione del comporto di malattia a sei mesi in tre anni, una soglia che i sindacati giudicano irragionevole e inaccettabile. “Prevedere la possibilità di licenziamento dopo sei mesi di assenza in tre anni significa negare la tutela della salute per le lavoratrici e i lavoratori del settore.

Ricordiamo che gli altri contratti collettivi nazionali prevedono comporti ben più tutelanti, fino a 12-18 mesi nel triennio” affermano le sigle di Cgil, Cisl e Uil. Per queste ragioni i sindacati confederali fanno sapere che nei primi giorni di settembre si terrà un attivo nazionale delle delegate e dei delegati nel quale si discuteranno tutte le azioni, ivi incluso lo sciopero nazionale, per respingere con forza questo contratto peggiorativo e rivendicare diritti, dignità e giusta retribuzione per i dipendenti a cui viene applicato il contratto Anaste.

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